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Comunicato stampa AIFVS del 27/06/2014
Ancora omicidi di bambini pedoni, ieri un bambino di due anni.
Perché?
Una domanda che diventa stringente non solo perché non è accettabile che sulle strade si distrugga la vita, ma perché la mancata tutela dell’utenza debole nelle città chiama in causa anche la responsabilità delle istituzioni, che sottovalutano le indicazioni del Piano Europeo 2011-2020, il cui obiettivo è la Visione Zero e la sicurezza per tutti.
Dentro tale obiettivo assume particolare valenza l’utenza debole, sulla cui tutela vanno misurati gli interventi di prevenzione.
L’AIFVS, nel rilevare che il problema della sicurezza per tutti è un obiettivo di cui in Italia non si ha ancora consapevolezza, auspica che almeno gli omicidi di bambini avvenuti con continuità spingano le istituzioni ad uscire dalla superficialità nella trattazione del problema della strage stradale, a livello di territorio, di comunicazione e di giustizia. Osservare un giorno di lutto cittadino, come è avvenuto ad Iesolo, deve significare non solo vicinanza al dolore, ma anche il primo passo al quale deve seguire l’impegno a rendere le città sicure, vivibili e a misura d’uomo. Le possibilità esistono, è necessario analizzare il territorio, eliminare le situazioni di rischio nelle infrastrutture e nella mobilità, utilizzare controlli diretti e dispositivi tecnologici che aiutino a prevenire l’incidente.
La semplice presenza delle strisce pedonali non è sufficiente a dare adeguate condizioni di sicurezza specie agli utenti più deboli: è ormai necessario prevedere in modo diffuso la costruzione di un marciapiede salvagente centrale tra le due corsie opposte che assicuri un punto di sosta per attraversare la carreggiata in sicurezza. Ci sono anche dispositivi luminosi verticali da utilizzare in prossimità delle strisce, che segnalano la presenza del pedone, indicando al guidatore di fermarsi.
Stesso criterio (marciapiede) andrebbe adottato per tutte le intersezioni a T con le Provinciali e le Statali superando l’inadeguata segnalazione mediante sola verniciatura della corsia di uscita e di immissione nella strada.
Ma tutto ciò non basta per la sicurezza, poiché le situazioni concrete sono complesse, come l’ultimo episodio del bimbo di due anni che muore perché in modo improvviso è sfuggito alla tenuta della madre.
Riteniamo, pertanto, che, oltre a corrette progettazioni e controlli, ci sia urgente bisogno di un’informazione formativa, che raggiunga tutti e solleciti anche il pedone a sentirsi parte di una rete di relazioni complesse che richiede conoscenze e grande senso di responsabilità. Ed è per questo che chiediamo alla tv di dare spazio, nei tempi di maggiore ascolto televisivo, ad una comunicazione sistematica sulla sicurezza, individuando cause e responsabilità, problemi e soluzioni.
Non è mai troppo tardi per la sicurezza stradale.
Giuseppa Cassaniti Mastrojeni
Presidente AIFVS