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Tragedia Lamezia intervista alla presidente AIFVS dott.ssa Giuseppa Cassaniti
Tragedia Lamezia: Episodio gravissimo
05-12-2010 16:52
Sette cicloamatori morti, falciati da un automobilista durante un’uscita di domenica mattina . Una tragedia che arriva per cause che, purtroppo, sono sempre le stesse. È il grido d’allarme lanciato dalla dott.essa Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente dell’Aifvs, l’associazione vittime della strada.
Le statistiche ci dicono che gli incidenti in strada sono diminuiti quest’anno del 10%, ma i numeri sono sempre altissimi, dice il presidente, intervistato da Datasport. Il problema è che in caso di pedoni o due ruote si tratta sempre di incidenti mortali o con gravissime conseguenze. Troppo spesso i ciclisti sono vittime anche di semplici disattenzioni.
Secondo gli ultimi dati Aci, la percentuale di vittime sulle due ruote nel 2009 è stata del 9,3% per gli uomini e al 16,3% per le donne. La tragedia di Lamezia Terme è costata la vita a otto cicloamatori, colpevoli solo di voler praticare la passione per le due ruote.
L’episodio di Lamezia è una cosa gravissima. Questo fatto mette in evidenza che di traffico si muore. Il ciclista è l’utente debole della strada: quante volte li abbiamo visti lungo il ciglio della strada. Purtroppo non anche la prima volta che un cicloamatore perde la vita sulla strada, ma questa volta si tratta di un episodio gravissimo, commenta la dott.ssa Cassaniti Mastrojeni.
Le cause maggiori sono sempre le stesse: guida in stato di ebbrezza o sotto stupefacenti, mancato rispetto della precedenza, velocità e distrazione. In tutti i casi la colpa è gravissima: bisogna sempre essere consapevoli che quando si guida si maneggia un’arma con cui si può uccidere. È anche per questo che l’associazione continua a promuovere la prevenzione sulle strade: quest’anno abbiamo coinvolto squadre di volley e basket per lanciare il nostro grido d’allarme: La distrazione sulla strada ti può trasformare in un delinquente.
Bisogna sempre guidare con senso di responsabilità e spingere perché l’educazione stradale e la formazione alla guida siano fondamentali, chiosa, perché perdere la vita per un’uscita in bicicletta col proprio gruppo di cicloamatori, è veramente assurdo.
Redazione Datasport (AGM Datasport)