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La giustizia trasforma le vittime in imputati!
2/12/2009
La madre di Marco Coletta ci comunica che il proprio figlio è morto cadendo in un canale non protetto, a ridosso del quale, successivamente alla morte di Marco, è stato posto un alto e lunghissimo guard-rail.
Al cittadino comune appare subito chiara la mancanza di sicurezza della struttura viaria e la conseguente responsabilità dell’ente che gestisce la strada. E tutto ciò gli fa presupporre un processo breve in tempi rapidi. Non è così per gli operatori della giustizia: i processi, spesso svolti con rimandi e tortuosità illogiche, stravolgono spesso l’evidenza e trasformano le vittime in imputati, con l’inaccettabile conclusione che i familiari possono essere condannati a pagare anche le spese processuali!
Come nel caso dei genitori di Marco.
Noi dell’AIFVS ci chiediamo se il giudice abbia consapevolezza delle offese e delle sofferenze arrecate ai familiari della vittima da sentenze prive di giustizia, e per ciò stesso capaci di generare ulteriori e logoranti processi.
Meno male però che, a differenza della giudice di Rovigo, dott.ssa Anna Ghedini, ci sono giudici che riconoscono la responsabilità degli enti gestori delle strade ed emettono nei loro confronti sentenze di condanna!
E mentre confidiamo che nei successivi gradi di giudizio giustizia sia fatta, non possiamo accettare che i giudici producano sentenze ingiuste nel nome del popolo italiano, di cui fanno parte le vittime, e restino anche impuniti!
Giuseppa Cassaniti Mastrojeni
Presidente AIFVS