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REPUBBLICA ITALIANA
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI.
C.a. dell’Onorevole PRESIDENTE Giorgia Meloni.
Sono il papà di Alessandro, il nostro unico figlio che ha perso la sua giovane vita in un tragico incidente stradale
https://www.vittimestrada.org/articles.php?pg=1653&lng=it avvenuto ad 1 km, a 3 mm. dal posto di lavoro a fine turno lavorativo percorrendo in auto il solito percorso “lavoro/casa”.
Mi rivolgo a Lei invitandola a dedicare una piccola parte del suo prezioso tempo per prendere atto di quanto segnalo alla Sua autorevole attenzione di Presidente e alla sensibilità di Mamma di una splendida creatura, come sono tutti i figli in giovanissima età.
Bisogna, non sia mai, subire tale tragedia per capire il baratro esistenziale in cui i genitori precipitano, solo la mano del loro amore riesce a fermare negli anni la caduta e ha riportarci sul ciglio, dove basta un niente per riprecipitare.
All’epoca io e mia moglie sconvolti dalla tragedia, avevamo delegato totalmente all’avvocato di fiducia tutte le incombenze, lo stesso ci informò che l’Inail non aveva riconosciuto l’infortunio in itinere in quanto non previsto dalla normativa vigente.
Affranti dal dolore e senza alcun interesse economico prendemmo atto in buona fede delle motivazioni del mancato riconoscimento assicurativo.
A seguito della scelta di riprendere a vivere per “Dar voce a chi non l’ha più”, ho accettato di impegnarmi nel ruolo di Responsabile della Sede di Torino della A.I.F.V.S.- Onuls ( Associazione Italiana Famigliari e Viittime della strada).
In questa veste fui, qualche anno addietro, interessato da un Funzionario dell’INAL, degnissima persona, per l’elaborazione di un progetto comune sulla sicurezza nel mondo del lavoro da sottoporre all’INAIL per l’accettazione e il relativo finanziamento.
In un incontro cordiale e conoscitivo preliminare mi fu chiesto il motivo del mio impegno nella Associazione e presi atto, dallo stesso Funzionario, che Alessandro non aveva percorso il tragitto abituale affermazione CHE NON CORRISPONDEVA AL VERO.
Motivazione che discendeva da un parre legale mai trasmesso e men che meno richiamato nella comunicazione di rigetto.
Alla mia richiesta di avere copia del documento, mi fu risposto che era superfluo in quanto la decorrenza dei termini mi impediva di fare ricorso.
Amareggiato e confidando sulla attendibilità della informazione ricevuta ne presi atto a malincuore.
Il pensiero del dubbio che L’INAIL abbia potuto chiudere la pratica falsando i fatti con il diniego al risarcimento non mi ha mai lasciato, per tale motivo mi sono confrontato di recente con il legali della Associazione e confortato, ho riproposto i dubbi alla Direzione Territoriale dell’INAIL.
Per completezza della segnalazione si allegano le mail intercorse, utili al Funzionario Istruttore che auspico venga allo scopo incaricato .
Nonostante gli anni trascorsi sento l’obbligo di segnalare, se acclarata dai documenti richiesti, questa che ritengo in rappresentanza della A.I.F.V.S. Sede di Torino una “vergogna”, che certamente non rende onore all’INAIL, la cui finalità non è fare profitti ma tutelare i lavoratori che stipulano una forma assicurativa obbligatoria per legge il cui onere è a carico degli stessi.
La ringrazio e confidando nella la Sua autorevolezza e sensibilità di mamma, le auguro di continuare nel Suo impegno nell’interesse dell’Italia, avendo a cuore gli Italiani a maggior ragione i soggetti più deboli.
Il Papà di Alessandro
Giuseppe Santagada