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Archivi forum - Pirateria stradale - Oggetto n°171

Oggetto n°171
Termini per l'introduzione di causa civile
   da Giorgia il 18/07/2006 • 09:42

Mi chiamo Giorgia e la mia vita è cambiata il 16.8.2005.

Quella mattina una ragazzo (di cui ho tutti i dati anagrafici) ha invaso la corsia di marcia su cui viaggiavamo io e la mia famiglia causando uno scontro frontale.

Nell’incidente morivano mio papà e mia sorella e io e mia mamma rimanevamo gravemente lesionate.

Dalla perizie svolte dalla Polizia e dall’incaricato della Procura risultava che il fatto era unicamente addebitabile a ragazzo e che mio papà (alla guida della nostra auto) non poteva fare nessuna manovra di salvataggio in quanto il tempo utile da quando invadeva la nostra corsia e l’impatto era solo di 0,7 secondi (partendo dal presupposto che il ragazzo abbia rispettato i limiti di velocità, cosa non verificabile vista la distruzione delle macchine e la mancanza di frenate).

In seguito ci siamo rivolte ad un nostro legale di fiducia che ci ha suggerito di non costituirci nel procedimento penale a carico del ragazzo in quanto sarebbe stata solo una perdita di tempo: il ragazzo sicuramente patteggerà (e non lo vedremo mai sulla forca!) e per noi risulterebbe un minimo risarcimento.

Ci ha suggerito quindi di procedere solo con procedimenti civile.

Nel settembre 2005 (ad un mese dal sinistro) l’avvocato inviava con raccomandata r.r. al ragazzo e alla sua assicurazione messa in mora.

L’assicurazione rispondeva alla stessa e così si incominciava una fitta corrispondenza che ha portato al versamento “spontaneo” di due relativamente (vista la gravità del sinistro) minimi acconti.

Attualmente io e mia mamma ci stiamo ristabilendo anche fisicamente e siamo quindi state sottoposte ad una visita legale da parte sia di un nostro medico che di un medico nominato dall’assicurazione.

Lo scopo di queste visite è di trovare un punteggio di danno più o meno uguale (per i due medici) e quindi di chiudere la questione in maniera “transattiva”.

Il mio avvocato dice che l’introduzione di una causa civile che ha come unico scopo la determinazione del punteggio visto che non si mette in discussione la responsabilità del ragazzo, sarebbe solo una perdita di tempo oltre che costosa visto il valore del danno.

La mia domanda è questa: posto che la messa in mora è stata fatta (tramite raccomandata), quali sono i termini per introdurre tramite atto di citazione una causa civile. Il mio avvocato dice che ci sono DUE ANNI di tempo dal sinistro ma informandomi qua e là tutti parlano di UN SOLO ANNO (non so se invece l’anno valga per la semplice messa in mora).

In questo caso il mese prossimo sarà passato un anno e io non vorrei che tutto questo perdere tempo portasse alla prescrizione dei miei diritti oltre all’evidente danno IRREPARABILE anche con un buon risarcimento.

Ringrazio di cuore chi mi toglierà questo dubbio.

Giorgia

Risposta n °1
da Pino il 18/07/2006 • 20:47
In effetti, il termine di prescrizione per il risarcimento dei danni da lesioni colpose è di due anni dal fatto, ma la raccomandata invita dal Suo avvocato ha interrotto la prescrizione, che ha ricominciato il decorso dal giorno della sua ricezione e può sempre essere di nuovo interrotta, anche da una successiva raccomandata. Questo riguarda il danno per le lesioni subite da Lei e da Sua madre. Il danno più grave, invece, quello per la morte di Suo padre e Suo fratello, che comporta il risarcimento di gran lunga maggiore, non solo per Lei e Sua madre, ma anche per altri eventuali prossimi congliunti di Suo padre e Suo fratello, non è soggetto a prescrizione biennale dal fatto, ma la prescrizione decorre dalla data in cui diverrà irrevocabile la sentenza penale per omicidio colposo, che avrebbe interessato anche le lesioni subite da Lei e da Sua madre, se fosse stata presentata tempestivamente la querela. In quest'ultimo caso, oltretutto, sarebbe stato molto più difficile all'investitore cavarsela col patteggiamento di una pena irrisoria.
 
Le ho risposto solo per un doveroso contributo ad alleviare la Sua evidente angoscia, ma non comprendo per quale ragione non si fidi del Suo avvocato, da Lei stessa definito "di fiducia". Le consiglio, anche per la Sua tranquillità, di rivolgere domande solo al Suo difensore, perché il rapporto di fiducia è essenziale per il buon andamento di qualsiasi vertenza.
 
Auguro comunque a Lei e Sua madre di superare presto questa grave prova.
 
Avv. Giuseppe Centrone


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