Ospiti
Nota n °1279
Ci sentiamo vicini con tutto il cuore ai familiari di nonno Peppino grande e sincero il dolore che sentiamo. Condividiamo tutto ciò che avete scritto qui e sappiamo bene che la perdita del vostro Caro non può essere considerata una fatalità.
Anche nostro figlio è stato ucciso sulla strada in sella alla sua cara bici- si trovava al suo posto, aveva il casco allacciato, indossava un completo arancio,teneva la sua destra, ma non è contato nulla di tutto questo se chi era alla guida di un auto gli ha tagliato la strada negandogli la precedenza. Il ciclista è nudo in strada.
Spesso sentiamo dire: -certo andare in bici è pericoloso!. come a dire vanno a cercarsela
Ecco, basterebbe fermarsi a questa domanda, e chiedersi perché è pericoloso? Alcuni suoi amici dopo la tragedia, hanno appeso la bici al chiodo, è giusto?
Le regole, è scontato che dovremmo rispettarle tutti, ciclisti e pedoni compresi, prima di tutto per sé, per la propria vita,sono come in un campo di battaglia senza armi e armatura.
Ma è sufficiente che ognuno di noi esca di casa per rendersi conto che la strada non è di tutti.
Non è disegnata e fatta rispettare da chi gli compete perché sia di tutti, non è ritenuta da chi la percorre uno spazio da condividere con gli altri nel rispetto reciproco e in particolare per i più deboli.
Domani faremo il possibile per esserci.
PRECEDENZA ALLA VITA ,SEMPRE
Un abbraccio commosso ai familiari di Giuseppe Di Luca e un pensiero affettuoso a nonno Peppino, ilia e carlo (Piombino)