Ospiti
Nota n °694
Dal Corriere della Sera di oggi:
Caro Beppe,
sono un "tarantolato della guida veloce", e spero di poter rispondere pubblicamente alla lettera di Andrea Ivaldi del 2 maggio. I guidatori occasionali si riconoscono perchè non sanno bene dove stare e dove andare quando guidano. Niente da ridire in città - terra dei pedoni e dei ciclisti per definizione - o delle strade statali, che attraversano paesi. Ma sull'autostrada no, per favore no! Per definizione un'autostrada deve essere una via di traffico veloce. Chi guida sotto i 120 è da considerarsi un camion: che se ne stia nella prima corsia e non blocchi gli altri. Se i riflessi della madre di Ivaldi non sono buoni che si muova in treno, come il figlio. Io faccio 20mila km di autostrada all'anno, e i fastidi derivano dai "lenti" (autocensura) che stanno in seconda e terza corsia senza nessuno alla loro destra. Li', invece di fare i fari - inutili, tanto non guardano mica dietro - vorrei avere dei missili. Invece niente, aspetto sperando che accendano il cervello, facciano opera buona e si spostano. Poi tanto viaggiano nella corsia di mezzo - mica sono camion! E li vedi, mentre ti avvicini a loro, che guidano in terza corsia con la prima e la seconda vuote come le loro teste, se dopo un po' fai i fari prima frenano, poi ti gurdano, pensano "Tà, c'e' un altro", si spostano e quando li hai passati ti fanno loro i fari, forse per chiedere aiuto, "non so dove devo andare". La mia speranza quando guido, invece, è di trovare un altro tarantolato: uno che cambia di corsia a seconda delle esigenze e non delle stagioni, che tiene una velocità costante che produca quel poco di adrenalina che tiene l'attenzione viva e che faccia spostare le "boe" sul percorso. A volte mi capitano un gruppo di tarantolati e allora giungo a destinazione presto fresco e rilassato: una bellezza.
Gabriel Bonzer, gbonzer@hotmail.com
Caro Beppe,
sono un "tarantolato della guida veloce", e spero di poter rispondere pubblicamente alla lettera di Andrea Ivaldi del 2 maggio. I guidatori occasionali si riconoscono perchè non sanno bene dove stare e dove andare quando guidano. Niente da ridire in città - terra dei pedoni e dei ciclisti per definizione - o delle strade statali, che attraversano paesi. Ma sull'autostrada no, per favore no! Per definizione un'autostrada deve essere una via di traffico veloce. Chi guida sotto i 120 è da considerarsi un camion: che se ne stia nella prima corsia e non blocchi gli altri. Se i riflessi della madre di Ivaldi non sono buoni che si muova in treno, come il figlio. Io faccio 20mila km di autostrada all'anno, e i fastidi derivano dai "lenti" (autocensura) che stanno in seconda e terza corsia senza nessuno alla loro destra. Li', invece di fare i fari - inutili, tanto non guardano mica dietro - vorrei avere dei missili. Invece niente, aspetto sperando che accendano il cervello, facciano opera buona e si spostano. Poi tanto viaggiano nella corsia di mezzo - mica sono camion! E li vedi, mentre ti avvicini a loro, che guidano in terza corsia con la prima e la seconda vuote come le loro teste, se dopo un po' fai i fari prima frenano, poi ti gurdano, pensano "Tà, c'e' un altro", si spostano e quando li hai passati ti fanno loro i fari, forse per chiedere aiuto, "non so dove devo andare". La mia speranza quando guido, invece, è di trovare un altro tarantolato: uno che cambia di corsia a seconda delle esigenze e non delle stagioni, che tiene una velocità costante che produca quel poco di adrenalina che tiene l'attenzione viva e che faccia spostare le "boe" sul percorso. A volte mi capitano un gruppo di tarantolati e allora giungo a destinazione presto fresco e rilassato: una bellezza.
Gabriel Bonzer, gbonzer@hotmail.com