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Ospiti


Nota n °298
da alessandro il 25/04/2006 • 11:32
 
Subject: Sarà mai tempo di dire basta!!!!

buongiorno,
 
se la ragione è la potenziale capacità della mente umana d'istruire quei processi logici di analisi, sintesi sistemica, valutazione, giudizio, induzione e deduzione, che possono giudare l'uomo nelle sue scelte decisionali e se il caso è un evento
fortuito ed aleatorio, cioè un evento che avendo basso coefficiente di probabilità, accade improvvisamente ed in modo imprevedibile; dobbiamo affermare che la sicurezza nel trasporto terrestre, in Italia, è fuori del controllo della ragione.
E' infatti irragionevole contare i morti ed i feriti di una guerra non combattuta e non applicare soluzioni efficienti ed efficaci pur conoscendo le cause che implicano che i numeri di questi siano ben superiori di quelli imputabili al caso.
Infatti, mentre nel trasporto aereo, o in quello ferroviario, meno in quello marittimo, le percentuali di sicurezza, vale a dire gli incidenti, espressi in numeri di vittime, rispetto al totale dei movimenti, sono basse, per il trasporto su strada le percentuali di sicurezza diventano inaccettabili, dobbiamo asserire che è molto più pericoloso intraprendere un viaggio da Milano a Roma in auto, piuttosto che in aereo o in treno.
A fronte di questi dati dobbiamo esigere degli interventi seri ed immediati, è infatti ora di finirla di aspettare che sia il nostro turno in modo passivo, sono impellenti misure atte a contrastare ciò che accade e che sappiamo solo registrare asetticamente, quasi assuefatti, solo perchè nessuno ha la forza di dire basta seriamente.
Dall'introduzione del nuovo codice della strada le cose sono impercettibilmente migliorate, di certo non basta, infatti quest'ultimo, abitudine tutta italiana, non da Paese civile e dal forte senso civico, fa appello solamente al lato repressivo, nulla è stato fatto dal lato preventivo ed i risultati sono, a mio avviso, insufficienti, principalmente a causa di questo modus operandi. Dal lato culturale poi gli effetti di una lezione in aula sono presto resi vani dall'incalzante evidenziare di modelli di comportamento che elogiano la potenza, le prestazioni, la dinamicità, tutto ciò cozza con il senso profondo del "muoversi" con valenza economica o di piacere nella salvaguardia della salute e della vita in sè.
Detto ciò, appare chiaro che il compito è difficile, perchè nessuno vuole affrontarlo seriamente, perchè nessuno è disposto a dettare modelli diversi da quelli predominanti, nemmeno la Chiesa, sempre pronta a stigmatizzare comportamenti di ogni genere, sa opporsi in modo serio a ciò che accade, la sua azione potrebbe essere d'aiuto soprattutto dal punto di vista culturale.
Allora speriamo che il prezzo del petrolio ci dia una mano, anche se temo che sia una speranza mal riposta, perchè a darci una mano dovrebbe essere la nostra intelligenza e trasparenza di giudizio e di azione, purtroppo però questa manca, anche nei confronti di se stessi, perchè chi non decide e non agisce, avendone il "potere" crede, erroneamente, di essere immune dalla sua mancanza di decisione ed azione, nulla di più sbagliato.
Quindi, ancora una volta, mi sento di suggerire, sulla base delle risultanze ed anche sulla base delle immagini, come quelle di Verona di oggi, tre semplici soluzioni.
Visto che l'eccesiva velocità è la causa principe degli incidenti e che nelle città anche i pedoni sono soggetti a forte rischio, il primo suggerimento è riferito proprio ai centri abitati.
Bisogna dissuadere alla velocità, come? Attraverso striscie pedonali rialzate e ben illuminate, ed attraverso l'utilizzo di "bump di gomma" opportunamente disposti, attraverso l'uso massivo e 24 ore su 24 di congeni di rilevazione delle infrazioni agli incroci e nelle vie di grande circolazione.
In seconda battuta, visto che sempre più di frequente cittadini extracomunitari, il cui senso civico è ancora minore del nostro, non per colpa loro, ma per mancanza di questo nei Paesi di provenienza, sono soggetti implicati in gravi incidenti, bisogna concentrare i controlli su costoro, soprattutto controlli sulla capacità di guida, piuttosto che sulle condizioni psicofisiologiche.
Quindi: limitatori di velocità sulla sede stradale, autovelox mass