Blog - Sicurezza stradale
Egregio direttore,
Le scrivo su un tema molto delicato: morti e feriti sulle strade. Tutti i morti sono degni di rispetto, quelli delle strade, tuttavia, raggiungono una quantità da lasciare esterefatti. Non è che non se ne parli, è che se ne parla come di qualcosa di normale, qualcosa di secondario, come se ci fossero cose più importanti. Non fanno notizia. Se uno buttasse ogni anno in Italia un piccola bomba atomica, piccola per fare lo stesso numero di vittime, allora sì che ne parlerebbero le prime pagine per mesi e mesi. Se, poi, lo facesse un azienda per profitto avremmo la gente in piazza ad urlare "GUERRA! GUERRA!". Proviamo ad immaginare un titolone del genere "PICCOLO ORDIGNO NUCLEARE A PARMA. 300 MORTI", sottotitolino "ANCHE QUEST'ANNO LA CASA AUTOMOBILISTICA Y PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI HA LANCIATO LA BOMBA H." Fa più notizia un bimbo soffocato da una caramella, che cinquanta massacrati in uno scuolabus. E' che poi, siccome la TV fa perdere il senso della realtà, la mamma si preoccupa quando suo figlio mangia la caramella, mentre gli dice tranquillamente: "vai con papà in macchina". La macchina, decine di volte più pericolosa, se guardiamo la mostruosa cifra di morti e feriti, è poco "reclamizzata". Magari si fa una legge per scrivere i numeri su tutti i cavalcavia, si parla di pedofili, di madri che uccidono i figli, di figli che uccidono i genitori, di tutto ciò che è strano, che attira l'attenzione. Cosa importa poi se c'è solo un caso su dieci milioni: fa spettacolo, fa audience. Si crea un mondo virtuale di pericoli che non esistono, si perde il contatto con la realtà, il mondo mediatico diventa più reale della propria esperienza. Ormai la gente si stampa al semaforo pensando a Saddam Hussein, al caso di Cogne, al sasso del cavalcavia. Eppure se guardiamo alla nostra esperienza non so quante persone conoscano un pedofilo, una madre assassina, un terrorista di Al-Qaeda. Di persone che hanno fatto incidenti invece se ne conoscono molte, qualcuno si è fatto male, qualcuno addirittura è morto. Puntando i riflettori su problemi che non esistono, che non esistono perché è molto più probabile essere colpiti da un fulmine che cadere vittima delle disgrazie proposte dalle prime pagine dei giornali, si sciupano soldi, tanti soldi che potrebbero salvare centinaia di vite spezzate in modo non spettacolare, ma spezzate. La TV ci comunica problemi che non abbiamo e non ci fa vedere problemi che abbiamo. Si creano paure per asteroidi che potrebbero colpire la terra e si attraversa tranquillamente la strada dove ci potrebbe veramente colpire un bolide fuoriserie e che non viene da un altro pianeta. Siamo, anzi, sottoposti a modelli sorridenti e modelle fascinose che guidano auto sempre più potenti con l'airbag anche nel bagagliaio, per il cane. E che, tuttavia, non evitano i 30 morti del week-end. Neanche le utilitarie riescono a stare sotto i limiti di velocità. Probabilmente tutti portano ogni settimana la macchina in una pista per poter superare i 130 km/h. Se uno lasciasse un kalashnikov in mano al proprio figlio, non so se il giudice accetterebbe una giustificazione del tipo "non pensavo tirasse il grilletto". E' un po' come se una casa automobilistica dicesse: "non pensavo sarebbe andato veramente a 250 km/h". Il colpevole preferito dai mass media è l'ubriaco, il camionista sbronzo, il giovane senza criterio. E' ragionevole pensare che le persone non si ubriacheranno più, che un ragazzo non sia più un ragazzo? Se un ubriaco ha in mano un bastone, un po' di nitro glicerina, i bottoni di comando di una centrale missilistica USA fa danni diversi. Speriamo ci abbia pensato l'intelligence americana che anche chi comanda un bottone nucleare, forse, una volta nella vita, per un caso stranissimo, potrebbe bere un po' troppo. Chi costruisce certi oggetti diabolicamente distruttivi non è responsabile? Chi li lascia costruire, neanche? Meglio prendersela con l'ultima ruota del carro, con l'anello debole, con chi ha fatto un ragazzata. Chi ci governa è molto preoccupato della nostra salute: ci impone il casco, la cintura di sicurezza, i limiti di velocità. Ma non si possono, certo, mettere sulle strade auto che superano i 200 km/h! I 300 km/h!! i 400 km/h!!! Non c'è limite? Vuol dire che fra qualche anno potremmo vedere sulla tangenziale un razzo con ottanta air/bag che sfreccia a 500 km/h con 2 milioni di cavalli. Eh no! C'è il limite, se poi uno non ha testa, saranno cavoli suoi. E gli altri? Quelli senza gli ottanta air/bag? Genitori con berline che superano abbondantemente i 200 km/h lamentano figli giovani che vanno troppo forte con utilitarie, o qualcosina di più, che comunque forse riescono a non superare i 200 km/h. Ricordo che il limite di velocità in Italia è di 130 km/h, qualcuno non lo sa, qualcuno pensa sia un consiglio, qualcuno proprio se ne frega. Limite probabilmente non è la parola giusta dato che non limita neanche il modello più piccolo di auto. In un
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La stampa italiana seppellisce le notizie sugli incidenti stradali.
Solo oggi lunedì mattina ci sono stati una decina di incidenti mortali, vedere il tg5 delle 13,00 di oggi che accenna in un servizio dieci morti fra sabato e domenica.
Ne hanno dimenticato una trentina, certo noi ne abbiamo contato quaranta, sottostimati poichè alla fine mai sapremo quanti sono in realtà, ci sono piccoli paesi sperduti che la notizia nemmeno la diffondono, la settimana scorsa sono morti almeno tre motociclisti pavesi l'ho saputo dalla stampa locale e non vi era traccia da nessuna altra parte.
Che il numero degli incidenti mortali era sottostimato lo si sapeva.
45 Vittime della strada nelle strade pavesi in tutto il 2002 (fonte corriere della sera del 16.02.2003) 34 Vittime della strada nelle strade pavesi nei primi 2 mesi del 2003 (nostri dati con fonte) http://www.unomaggio.it/Vittime-della-strada-Pavia.htm
Ma quanti sono veramente i morti?
Giorgio Giunta AIFVS Pavia
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D'accordissimo su tutto quelli che scrivi Sergio, ci vorrebbero tutte quelle cose che dici tu e altre ancora..Ma quello che cercavo di dire io era rivolto esclusivamente ai media. Ed è un discorso vecchio..
E' inaccettabile che neanche quando ci sono decine e decine di morti sulle strade nn ci siano spazi dove se ne parla, quando sappiamo che gli spazi sarebbero enormi.Quando sappiamo che un diverso impiego dei media potrebbero contribuire moltissimo a formare una diversa mentalità nei confronti della consapevolezza di noi e di quello che ci circonda. Invece si allontanano da i problemi reali e creano quelli che nn abbiamo. Se muoino più di più di 40 persone in un fine settimana sulle strade, sarà l'ora che si diano una mossa e ne parlino, nn solo per fare un'elenco di cronaca, ma per fare qualcosa di continuativo e incisivo.
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Potremmo dire meglio tardi che mai! Ma non è sufficiente-come vediamo non è solo al sud che non vengono allacciate la cinture posteriori e non sempre è da imputare alla trasgressione, ma anche alla mancata informazione. Posso testimoniare che è successo a me, sarò stata una sprovveduta e vorrei essere stata l’unica, ma non è così. Ho capito solo qualche anno fa quando ho visto il * dvd di Rai educationalmetticilatesta patrocinato dalla nostra associazione il rischio che corriamo a non allacciare le cinture posteriori , fino ad allora, spesso, sceglievo di sedermi nel sedile posteriore e dicevo incosapevolmente: così non allaccio Tante sono le vittime anche a causa dell’ignoranza, mettiamole nel prezzo, chi pagherà per loro? per il diritto a una maggiore informazione non pagherà nessuno,anche questa è giustizia negata e vite rubate. *il dvd non l’ho visto sui mass media o in una campagna sulla sicurezza stradale, ma solo perché ce l’aveva inviato l’Aifvs da far vedere ai ragazzi nelle scuole.
http://www.repubblica.it/motori/sicurezza/2010/02/24/news/cinture_di_sicurezza_posteriori_solo_l_uno _per_cento_le_usa-2409242/