Opuscoli 6° volume: Massimiliano Rossi
Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada onlus |
Massimiliano Rossi 28 anni Ponte nelle Alpi (BL) 28 dicembre 1972 24 febbraio 2001 |
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23 febbraio 2001, ore 15, autostrada Bologna Firenze Massi è appena uscito dall’ufficio dove lavora col padre, deve andare a Firenze a prendere il treno per Napoli ... Marisa, la sua splendida ragazza, lo sta aspettando, devono programmare tante cose, hanno deciso che prima dell’estate andranno a vivere insieme Sale in macchina, la sua auto nuova sospirata da tanto tempo ... ma a Napoli ci andrà in treno, non vuole rischiare di rovinarla nel traffico caotico di quella città ... fa poche centinaia di metri, torna indietro a salutare un collaboratore del padre ... ciao Mimmo, ci vediamo lunedì ... riparte, tra mezz’ora sarà a Firenze, è in anticipo, non c’è fretta ... ecco l’ingresso dell’autostrada, non c’è ancora tanto traffico Chissà a cosa pensava Massi in quel momento, sicuramente a quei tre giorni che lo aspettavano con Marisa, forse canticchiava la canzone che stava ascoltando alla radio, amava tantissimo la musica e tutto ciò che era vita ... chissà a cosa ha pensato quando si è visto piombare addosso quell’enorme camion, chissà quale è stato il suo ultimo pensiero ... ci hanno messo più di due ore per tirarlo fuori da quel groviglio ma era vivo, tutto rotto ma vivo. Noi siamo stati avvisati solo verso le 18,30, abitiamo a Belluno, 350 km, un amico ci ha accompagnato a Firenze, l’autostrada era ancora chiusa, abbiamo dovuto fare il giro per l’Appennino ... ma Massi ci ha aspettato, ha aspettato Marisa da Napoli, gli zii da Trento, gli amici da Arezzo ... solo quando 24 ore dopo ha visto che c’eravamo tutti ha deciso di andare, però non prima di avere dato la possibilità ad altri di vivere con i suoi organi, come aveva sempre detto di volere, se ... Insieme a Massi, su un’altra vettura, sono morti altri tre ragazzi, tornavano a casa dopo una settimana di lavoro; e anche l’autista del tir è morto. Perdere un figlio è una cosa che ti squarcia dentro, ti spacca in migliaia di pezzi. Se non fosse tornato indietro a salutare l’amico, se fosse partito più tardi, se quel camionista non fosse stato così stanco da perdere il controllo del tir e saltare la corsia piombandogli addosso, se ... quanti se, troppi. La rabbia è tanta perché non ci sono risposte, ma la fede aiuta anche se in quei momenti ti chiedi perché proprio a lui?’ ... quel maledetto tir ha spento il sorriso di mio figlio per sempre, ma la sua generosità lo ha riacceso in persone che non avevano più speranza ... è questo che mi fa andare avanti. Grazie Massi, ti voglio bene. La tua mamma Cristina |
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