Eri sei e sarai il mio primogenito per sempre, avevi tutto e, sopratutto, tanta voglia di vivere avevi.
Sei stato per quasi 23 anni figlio unico e bastava la tua presenza per dare un senso meraviglioso alla mia stessa esistenza; te lo dicevo ogni tanto.
Con te ho imparato cos’è l’amore per un altro essere umano e quanto immenso può diventare.
Con te ho capito cosa significa essere genitore, crescere una creatura, formare una persona.
Ero orgogliosa dell’uomo che eri diventato.
A qualcosa sapevo di essere servita.
La tua presenza aveva molto a che fare con la mia felicità.
Una serata come tante in un locale come tanti hai partecipato a una festa, come tante .
Sapevi che guidare in condizioni non perfette e’ vietato ma, sopratutto, pericoloso.
Conoscevi le conseguenze rischiose di quella scelta. Sapevi che anche per percorrere brevi spostamenti le cinture evitano impatti distruttivi.
Sapevi che la velocità’ moltiplica il rischio di perdere il controllo del mezzo e abbrevia i tempi necessari per reagire a un imprevisto.
Sapevi che il sonno e la stanchezza grave sono incompatibili con la guida di un veicolo.
Conoscevi il codice e di solito lo rispettavi.
Non e’ servito a nulla sapere tutto questo. Nemmeno mettere in pratica quasi sempre questi insegnamenti e’ servito. E dire che ti ho sempre spiegato che basta un unico errore di una sola volta , su strada, per morire.
A cosa e’ servito essere adulto, preparato, competente e informato.
A cosa e’ servita quell’allegria, quella dolcezza e quel carisma; a cosa sono serviti i tuoi grandi progetti;
e tutto quell’amore per quel piccolo fratello; A nulla e’ servita tutta quella bellezza.
Sei morto da solo e al freddo senza di noi e nella maniera più orrenda; una fine indegna.
Uno stupido, evitabile sinistro stradale.
Steso in un campo al freddo, solo e al buio sei morto; di fianco all’auto capovolta.
Ti è bastato un attimo per morire.
E in un attimo, tutti noi, siamo morti con te .
mamma