Grazie del pensiero Patrizia. voglio condividere con voi questo racconto che ho pubblicato anche sulla mia pagina facebook. Un abbraccio a tutti i compagni di viaggio su questo forum !!
Forse non tutti sanno, qualcuno non ricorda,ma gli istanti terribili di quella sera, 20 settembre 2010,sono scolpiti nella mia mente, nella mente di mia moglie, e di tutte quelle persone che quella tragica sera hanno vissuto le stesse ansie, le paure di un evento che nessuno si aspetta possa mai arrivare.Ricordo bene, ero appena arrivato sul posto di lavoro, erano le 21,55 circa,stavo parlando con i colleghi e come al solito si scherzava, si parlava del più e del meno.Squilla il mio cellulare, rispondo: era mia moglie.Piangeva, urlava, facevo fatica a capirla da quanto era agitata.Riesco a capire solo " presto, corri, vieni a casa Simone ha avuto un incidente "Saluto i colleghi e vado via di corsa.17 km per arrivare a casa.Ne frattempo richiamo mia moglie, ci spieghiamo meglio,ci mettiamo d'accordo .Lei l'accompagna un vicino di casa, ed io vado dritto sul luogo dell'incidente.Non so se qualcuno mi abbia detto dove era successo, ricordo solo che mi sono trovato li.Ho capito subito, vedevo i lampeggianti blu da lontano.Ci sono due ambulanze, le luci accese dentro.Le auto della polizia, curiosi e due carabinieri.Li conosco.Sono amici dei miei figli.Mi salutano e cercano di tranquillizzarmi.Non si preoccupi, suo figlio è cosciente,Lo stanno intubando, ha solo un brutto trauma alla testa.....Non era vero, il sangue che c'era sull'asfalto parlava chiaro,la sua vespa a 15 metri da dove c'era il sangue, il suo casco e una scarpa.No era una cosa da poco, lo avrebbe capito chiunque.L'ambulanza parte, quelli che dovevano andare vanno in ospedale, io rimango li,ci sono dei documenti da firmare, non so nemmeno cosa, ma firmo."Lasci la sua auto qui, la accompagniamo noi in ospedale", mi dicono i due carabinieri.Durante il tragitto silenzio assoluto, nessuno aveva il coraggio di parlare e tanto meno io di chiedere.In ospedale ci informano subito, la situazione è grave, molto grave.E' in sala operatoria, diagnosi : coma di terzo grado.Ci consigliano di andare a casa, deve essere operato d'urgenza, una operazione lunga, molto lunga, dalle cinque alle sette ore.E che andiamo a fare a casa ?Rimaniamo li tutta la notte, ad attendere che qualcuno esca dalla sala operatoria per dirci qualcosa.Verso le tre di notte, si avvicina una dottoressa, e ci dice che l'operazione è in corso, ma che ci vuole ancora tempo.Aspettiamo.Solo alle sette e mezzo del mattino riusciamo a parlare con un medico.E' quello che lo ha operato.Gli chiedo subito di dirmi la verità, senza mezzi termini.E cosi fu.La situazione è molto grave, frattura della base cranica, abbiamo fatto il possibile.E comunque ci saranno delle conseguenze, non sappiamo quali, ma ci saranno.Bisogna aspettare. Il ragazzo è giovane e forte.Percorro il corridoio, mi fermo prima di entrare in sala d'aspetto dove c'era mia moglie, e li ho versato tutte le lacrime che mi ero tenuto dentro nelle ore precedenti.Verso mezzogiorno ci fanno entrare, per pochi minuti in rianimazioneFinalmente riusciamo a vederlo,"E' lui " pensiamo... il suo viso , il suo corpo ......ha una fasciatura sulla testa, gli hanno fatto la tracheotomia, è pieno di tubicini, aghi, cerotti, bende..c'è il monitor che scandisce i battiti, e il respiratore che lavora ritmicamente,lo tocchiamo, gli parliamo.... sembra quasi avere un sussulto....E i giorni vanno avanti cosi, tutti i giorni...da mattina a sera ....tra consulti con i medici, la visita in rianimazione, tante sigarette e tanti caffè..Il resto è la triste cronaca di nove giorni, passati praticamente in ospedale.Era diventata la nostra seconda casa......Anche i suoi amici ed amiche si erano trasferiti praticamente tutti li.Finito il lavoro erano con noi....Qualcuno non andava nemmeno a lavorare, non se la sentiva.Era un continuo via vai in sala d'attesa di amici , conoscenti, colleghi di lavoro ,datori di lavoro, suoi e miei.Sono arrivati anche i nostri parenti da lontano per starci vicino, per sostenerci come potevano..... Poi arriva la grande mazzata. ricordo che erano passati diversi giorni dall'operazione, e il bollettino era sempre lo stesso, nessun segno di aggravamento, il paziente è stabile, e detto dai medici è un buon segno.Ma quella mattina, il chirurgo mi chiama verso le nove e trenta, avvertendomi che all'orario di ricevimento, avrebbe voluto vederci tutti, perchè c'erano delle novità importanti.In quei giorni, l'unico numero di cellulare da contattare era il mio.Non quello di mia moglie o di altri, già stavano male per conto loro.In genere il consulto avveniva intorno alle ore 12,00, se non c'erano urgenze,ma quella chiamata mi aveva messo in allarme.Ed infatti appena arriviamo, siamo i primi ad entrare.L'ordine di ingresso era condizionato dalle urgenze,e noi quella mattina siamo stati i primi.Nella stanza c'era il chirurgo e altri d |