Lo Stato ha deliberatamente, nonostante i solleciti reiterati negli anni della Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo, ritardato per dodici anni la applicazione della direttiva e quando la ha recepita con l'articolo 11 della legge 122 del 2016 lo ha fatto aggitrando il dovere di solidarietà nei confronti dei cittadini prevedendo ostacoli e limiti al di fuori della direttiva stessa rendendo oneroso e quasi impossibile l'acesso all'indenni9zzo sia prevedendo lo svolgimento di costose azioni esecutive nei confronti degli imputati sia stabilendo una soglia di reddito di € 11.528,41 € per chieder eun indennizzo. Addirittura non rientrando nei casi di omicidio e violenza sessuale lo Stato non garantisce alle vittime alcun indennizzo ma solo le spese mediche. l'inadempimento alla direttiva 80 del 2004 è una vera e propria vergogna di Stato , di uno Stato spilorcio che non viola la dignità umana delle vittime.
Per chi assisto e difendo io mi rivolgo sempre al Tribunale per chiedere l'indennizzo secondo quanto stablito dalla direttiva europea sostendo di non aver recepito la direttiva e di averlo fatto in modo errato.
Sulla retroattività ci sono orientamenti discordanti.
Occorre un disegno di legge che rimedi a questa vergogna di Stato.
Avvieremo dopo l'estate un impegno attivo per farlo proporre e portarlo avanti.
Avv. Gianmarco Cesari - AIFVS