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      Il primo maggio 2001 mia moglie  Michela, io e nostro figlio Rosario con la sua ragazza siamo
      partiti da Vigevano per una gita a Firenze; tornando decidiamo di visitare
      anche Pisa e, parcheggiata l’auto, ci avviamo a piedi verso piazza dei
      Miracoli. 
           Ci troviamo a 200 metri dalla torre, sul
      marciapiede sinistro rispetto alla nostra direzione, quando udiamo alle
      nostre spalle una frenata agghiacciante; ci giriamo per guardare ma prima
      di poter capire cosa sta succedendo un’auto, che ha cominciato a
      sbandare giа lontano da noi, ci investe a una velocitа tra i 90 e i 100
      all’ora facendo volare in aria come fuscelli mia moglie e me, e poi due
      paracarri in cemento, prima di schiantarsi 
      a sua volta. 
           Michela, che ricade contro un palo, muore poco
      dopo in ospedale, io arrivo su un albero e riporto gravissime lesioni alle
      gambe e numerose altre fratture, mi ricoverano in rianimazione, lascerт 
      le stampelle do-щpo oltre 6 mesi con una pesante invaliditа
      permanente.  
           Mi dicono che l’investitore и andato a farsi
      visitare il giorno dopo l’incidente guidando un’altra auto; mi sembra
      strano, appena posso vado a Pisa, non senza difficoltа la polizia
      municipale mi dа copia del rapporto, cosм apprendo che non solo non gli
      hanno ritirato la patente ma non gli hanno contestato contravvenzioni; mi
      spiegano che и la legge, ma continua a sembrarmi incredibile che chi ha
      appena ucciso possa continuare tranquillamente a guidare. 
           Il nostro negozio di infissi resta ovviamente
      chiuso, oggi cerco di farlo ripartire perchй dopo un anno e due mesi di
      inattivitа mi trovo quasi sul lastrico, 
      ma и difficile, a parte le difficoltа fisiche c’и che lм
      lavoravamo insieme, ogni oggetto e ogni situazione rinnovano il dolore per
      la sua perdita: un dolore che solo chi l’ha provato puт capire, e che
      non и giusto provare.     
           Mi rivolgo a un legale, che perт tratta il mio
      “caso” superficialmente, costringendomi a revocargli il mandato e a
      cercarne altri. 
           Doveva essere una bella gita, и finita in
      tragedia; sarebbe bastato cosм poco per evitarlo, un pт di fretta in
      meno, un pт piщ di attenzione e di rispetto per gli altri, e quella
      giornata, e la vita,  sarebbero
      continuate. 
      Invece  … 
    Giorgio Giunta*
     *responsabile
    dell'associazione per la provincia di Pavia  e del sito  www.unomaggio.it      
          
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