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      La mattina del 6 gennaio 2002, dopo una serata col suo gruppo Eleonora
      accetta un passaggio per tornare a casa su un’auto condotta da una
      ragazza che conosce appena, insieme con due amici di questa. 
           Ad alta velocitа in pieno centro abitato, la
      vettura sbanda senza controllo per 400 metri, demolisce col lato destro il
      pilastro in cemento di una cancellata e sradica una colonnina del gas, che
      fuoriesce facendo fuggire la conducente e gli altri due ragazzi rimasti
      illesi mentre Eleonora, gravemente ferita e incastrata nell’auto, resta
      per un’ora a respirarlo: vigili del fuoco e personale medico non
      intervengono perchй, diranno, c’и pericolo di esplosione,  pericolo
      che dunque и giusto Eleonora corra da sola. 
           Quando la tirano fuori и evidentemente troppo
      tardi: in coma, muore l’8 gennaio per edema cerebrale.  
           Secondo la volontа espressa in vita i suoi
      organi vengono donati.  
           Era, per me и ancora, una ragazza  sensibile, amata da tutti; tra i migliori nell’ultimo anno
      di liceo classico, aveva conseguito un diploma di inglese e la patente
      informatica europea; studiava con entusiasmo recitazione, la sua grande
      passione, ma era attenta ai disagi sociali, si impegnava contro la droga
      che considerava il piщ grosso problema per i giovani, aspirava al
      volontariato, credeva nella giustizia: sarebbe giusto che ne avesse,
      ora.  
            Invece la ragazza alla guida non viene
      sottoposta ai controlli necessari per alcool e stupefacenti; invece non le
      ritirano la patente; invece tenta, sostenuta dai suoi amici, 
      di addossare ad Eleonora la colpa dell’incidente e si deve
      lottare per dimostrare la sua evidente responsabilitа; invece chiede,
      quando capisce che и nei guai, di patteggiare la pena per vivere
      tranquillamente la sua vita, mentre mia figlia 
      … 
            Mia adorata Eleonora, vorrei chiudere occhi
      e orecchie per non dimenticare la dolcezza del tuo sorriso, il suono
      giovane della tua voce. 
             Ti ringrazio per avermi regalato
      questi bellissimi 18 anni. 
    Patrizia
    Massaro  
           
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