Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada onlus

Esempi Javascript: esempio pratico

Una campagna shock varata dell'amministrazione provinciale di Brescia in collaborazione con l'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada grazie all'impegno della sede di Brescia di cui и responsabile Roberto Merli.
Da oggi, su 550 bus in servizio tra cittа e provincia (duecento di Brescia Trasporti, 350 di Saia e Sia) tabelloni e locandine ci ricorderanno l’entusiasmo e gli interessi di Alessandro e Nicola, Fabio e Luca, Flora e Roberto, ma anche i loro corpi straziati, il dolore dei familiari e degli amici, gli incubi e i rimorsi di chi - per distrazione, leggerezza o fatalitа - ha avuto una parte nella loro morte.


 
 
 

 
 
Articolo stampa di BRESCIAOGGI di mercoledм 2 marzo 2005
 

«Noi siamo morti, voi siate prudenti»
Sicurezza stradale Campagna shock

Cavalli: grazie per la «straordinaria generositа». Parolini: guardiamo al 2010
di Ivano Rebustini

Alessandro e Nicola, Fabio e Luca, Flora e Roberto ci guardano dal finestrino dell’autobus. Indossano felpe e t-shirt, quasi tutti hanno il gel sui capelli. Qualcuno ci sorride, qualcun altro sembra guardare lontano. Il piщ vecchio, si fa per dire, ha 32 anni; il piщ giovane solo 15, gli altri 17 e 19, 22 e ancora 17. Come i loro coetanei, sono belli e pieni di vita, ma anche di pensieri; carichi di speranze e al tempo stesso preoccupati per qualcosa che non sappiamo. Ci guardano dall’autobus, perт senza vederci. Perchй questi ragazzi sono tutti morti.
И la campagna shock che l’Amministrazione provinciale ha varato, in collaborazione con l’Associazione italiana familiari e vittime della strada, per sensibilizzare i giovani bresciani (e non solo loro, quanti adulti ne avrebbero, ne hanno altrettanto bisogno...) sui rischi che si corrono e i comportamenti che si dovrebbero tenere al volante di un’automobile o in sella a una moto. Da oggi, su 550 bus in servizio tra cittа e provincia (duecento di Brescia Trasporti, 350 di Saia e Sia) tabelloni e locandine ci ricorderanno l’entusiasmo e gli interessi di Alessandro e Nicola, Fabio e Luca, Flora e Roberto, ma anche i loro corpi straziati, il dolore dei familiari e degli amici, gli incubi e i rimorsi di chi - per distrazione, leggerezza o fatalitа - ha avuto una parte nella loro morte.
Nella sala riunioni della Provincia di piazza Tebaldo Brusato, insieme al presidente e all’assessore ai Lavori pubblici del Broletto, Alberto Cavalli e Mauro Parolini, a presentare la campagna c’и un uomo che ha molto sofferto, ma proprio per questo si sta adoperando perchй altri non soffrano la sua stessa pena. Si chiama Roberto Merli, vive a San Vigilio di Concesio ed и il responsabile della sede bresciana dell’Associazione familiari e vittime della strada. Alessandro, 15 anni mai compiuti, era suo figlio, «un bel ragazzo alto 1,80 con due grandi passioni, il calcio e la moto da cross», lo ha ricordato il padre su Internet: «Quanto alla moto, la sua passione и potuta durare solo sei mesi: и uscito un sabato sera verso le 19.30 per raggiungere gli amici all’oratorio e gli ho detto come sempre “attenzione”, senza sapere che erano le ultime parole che avrei potuto rivolgergli».
Due ore dopo - & #232; l’8 gennaio del 2000 - Alessandro giace senza vita su un letto del primo centro di rianimazione del Civile: «Un’auto non gli ha dato la precedenza, l’ha urtato e gli ha fatto finire la corsa contro un muro, provocandone la morte». L’identico, inaccettabile destino di Flora Frascio, che ha 17 anni quando una Fiat Uno con a bordo cinque ragazzi si scontra con un’altra vettura. Insieme a Flora muore l’amica Luisa: che terribile vigilia di Pasqua, la Pasqua del ’94, per Fenili Belasi, la frazione di Capriano del Colle. Come mai il padre Piergiorgio, undici anni dopo, ha accettato che la foto di sua figlia - tutti gli anni l’«Abba», la sua scuola, le dedica una gara di atletica - finisse sulla fiancata di un autobus? «Perchй non voglio che altri passino quello che ho passato io, perchи i ragazzi devono convincersi che la vita и bella e non la si puт buttare via», risponde. E rammenta la grande passione di Flora per la danza: «L’ho applaudita al teatro Grande».
Diciassette anni aveva anche Luca Goffi di Prevalle, uno dei piщ attivi nella parrocchia di San Michele: collaborava con il centro multimediale «Paolo VI» e allenava una squadra di calcio. Diciannove, invece, Nicola Zamboni di Cazzago San Martino; un paio in piщ Fabio Bravin di Sale Marasino e trentadue Roberto Pedretti di Monticelli Brusati, che il 21 agosto di tre anni fa и passato dalla vetta dell’Adamello raggiunta con gli amici al fatale impatto con l’asfalto della Sebina orientale. Il presidente Cavalli ha messo l’accento sulla «straordinaria generositа» di madri e padri che, dopo aver pianto tutte le lacrime che potevano piangere, hanno gettato sale sulle ferite offrendo le immagini dei propri figli.
Dopo i ragazzi-fotomodelli utilizzati dal Broletto per altre campagne «forti», ecco i ragazzi-vittime della strada perchй la strada faccia sempre meno vittime. «Siamo impegnati a far sм che nel 2010, come vuole la direttiva europea, i morti rispetto al 2000 siano la metа», ha ricordato l’assessore Parolini, ringraziando per la disponibilitа a ospitare i manifesti della campagna - costata al Broletto 14.550 euro - Saia e Sia, che non hanno voluto un soldo, e Brescia Trasporti, che ha praticato un forte sconto sulle tariffe della pubblicitа. Alessandro e Nicola, Fabio e Luca, Flora e Roberto oggi tornano a guardarci: non и proprio il caso di voltarsi dall’altra parte.
ivano.rebustini@bresciaoggi.it
 

 
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