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Nota n °755
da angeloantonio il 20/07/2007 • 23:12

Perché si uccide guidando ubriachi o per liti su questioni di viabilità

Il cattivo dentro di noi (e nell’auto)

C’è qualcosa di ancestrale, eppure di tristemente spiegabile, nella violenza che le persone liberano in strada. L’omicidio fra automobilisti in litigio è una ricorrenza purtroppo abituale della cronaca, come accaduto giorni fa a Sarno, nel Salernitano. Per non parlare, poi, dei conducenti che, ubriachi alla guida,stroncano giovani vite innocenti, liberando così senza ragione una mera forza distruttrice. Un incubo. Che torna a ogni fine settimana o alla vigilia di un esodo estivo.

Gli uomini, com’è noto, si uccidono fra loro per interesse (economico o sentimentale) o religione: quasi mai per principio. Il principio, infatti, è una motivazione violenta riservata ormai quasi esclusivamente a certi automobilisti. Perché la macchina, più che un mezzo di trasporto, è soprattutto un avamposto ideologico, un luogo di rivendicazione di ragioni, uno spazio d’espressione - incensurato e incensurabile - che rende la gente disposta a morire per le proprie idee. Se infatti, nella sua vita normale, il singolo si comporta con elasticità, tolleranza e libera interpretazione della regola, in macchina diventa un militante della questione di principio. Un filosofo sanguinario. Un terrorista della ragion dovuta. Fuori dell’auto, non bada a infrazioni: in macchina, non tollera che gli si mettano i piedi in testa. Ha terrore di dar ragione, sia pure involontariamente, a chi si crede più furbo di lui. Preferisce passare un guaio, piuttosto che passare da fesso. La macchina è il suo fortino, la sua zona franca dalla sopportazione delle ingiustizie della vita. Se in casa sopporta il mobbing della moglie che lo tratta da cretino (magari con qualche ragione) o il cinismo di figli molto poco simili a come li avrebbe voluti; se il capufficio lo manda a pagare la tassa di circolazione o a portare il cane a fare i bisognini; se il carovita lo umilia nella possibilità di desiderare; se incontra difficoltà croniche nei sentimenti, nelle relazioni, nell’attività sessuale; se invecchia, ingrassa, perde colpi e non si dà pace di questo; se è giovane e disoccupato, o occupato e annoiato, quando sale in macchina (e dunque in strada, perché la macchina è proprietà privata più strada, cioè un connubio devastante: l’automobile è il diritto privato