Ospiti

Nota n °90
da guestbook il 31/10/2005 • 00:40
95 17.07.2005 um 16:25 
Autore: Topina
Oggi sono esattamente quattro maledetti mesi da quando il fragore delle lamiere ha sconfitto il suo mondo di pensieri, musiche, emozioni; quattro interminabili mesi da quando la folle corsa di un incosciente ha strappato alla vita il mio unico vero bene. Era un pomeriggio limpido, presagio della primavera imminente, e lui era entusiasta dell'arrivo della bella stagione, che gli avrebbe consentito lunghe passeggiate in sella alla sua nuova moto.. Paradossalmente non ho mai temuto questa sua passione per le due ruote, anzi l'ho assecondata, forse solo per gustare il bagliore che s'accendeva fulmineo nei suoi occhi azzurri alla vista di un bel tracciato. Un'altra era la mia ossessione: riponevo in lui la più completa fiducia quando era al volante della sua bella auto, eppure non sapevo spiegare nemmeno a me stessa le motivazioni del mio malessere quando lo sapevo sulla strada. Lo supplicavo di chiamare non appena sceso dalla macchina e, se tardava, mi coglieva un'angoscia irrazionale e terribile, accompagnata da tachicardia e nausea. Quattro mesi fa ne ho infine compreso la ragione: lungo la via che lo conduceva al lavoro ha incontrato un pazzo che gli si è schiantato addosso a 130 km/h, trascinando la sua auto ormai irriconoscibile per oltre 30 metri. Quando si ama qualcuno con una tale vastità da non riconoscersi più come entità singola, quando si ama qualcuno tanto da non vivere più per se stessi ma per l'altro, quando si ama qualcuno come io ho amato lui e lo amo tuttora, accade che le anime si intreccino così fittamente da restare insolubilmente fuse e l'uno presagisca il destino dell'altro. Poco prima dell'incidente gli dissi queste parole: "Vorrei sposarti oggi stesso, per calmare questa voce interiore che mi dice che altrimenti non ne avremo il tempo." Con lui ho perso tutto: la speranza, la volontà, i desideri, i piccoli gesti della nostra quotidianità che ne facevano un'oasi di incontaminata felicità, il futuro, la vita stessa e Filippo, il figlio che tanto desideravamo. Mi rimane solo l'amore, immenso e devastante, ed una domanda: "Perchè non ero con te quel pomeriggio?" Da allora lui viene a parlarmi, a stringermi, a baciarmi nei miei sogni tutte le notti, senza saltarne neanche una ed io aspetto, fiduciosa, che una volta o l'altra mi porti con sè.