Leonardo e Daniele erano Caporal maggiori VFB dell’Esercito presso il 132° Reggimento artiglieria corazzata Ariete, caserma Baldassarre’ di Maniago (Pordenone); abili artiglieri, tecnici stimati per le loro doti e la professionalità, erano impiegati nell’attività di pattugliamento anti-terrorismo.
Leonardo aveva scelto la divisa dopo la maturità scientifica, Daniele era ragioniere; nel servizio avevano coltivato una sincera amicizia. La madre di Daniele si era spenta appena un anno prima, un colpo durissimo dal quale il ragazzo non si era ancora ripreso.
La mattina del 25 gennaio 2003, verso le 6, la Fiat Uno condotta da Daniele con a bordo Leonardo, ambedue di ritorno da un permesso, percorreva la SS 251 con direzione Pordenone-Maniago: su un tratto stradale rettilineo, privo di anomalie, con buona visibilità, usciva di strada sulla destra, entrava nel fossato e ne riusciva restando infine, rovesciata, al centro della sede viaria, in posizione quasi totalmente trasversale alla carreggiata.
Leonardo fuoriusciva dall’abitacolo, cadeva nel fossato e si rialzava in stato confusionale; intanto il conducente di un’auto, che proveniva in senso opposto, si arrestava sulla sua destra con le luci di emergenza accese e, sceso dall’auto, apriva la portiera posteriore della Uno e prendeva la mano di Daniele che gli diceva di star bene, quando sopraggiungeva da Pordenone una VW Passat a fortissima velocità che, malgrado gli abbaglianti e i segni di arrestarsi non realizzava quanto si stava verificando e, dopo un accenno di frenata, investiva in maniera violentissima Leonardo, in piedi sulla strada, scagliandolo a 40 metri di distanza al di là del fossato opposto, e la Uno con ancora a bordo Daniele sbalzandola a 30 metri, mentre il soccorritore faceva appena in tempo a buttarsi nel fosso; i due amici perdevano così la vita.
Leonardo era un ragazzo con tanta voglia di vivere, allegro, simpatico, innocente, socievole, generoso, legato alla famiglia e agli amici, sportivo, coraggioso, con un marcato senso della giustizia, amante della natura e degli animali; era un ottimo inventore, passeranno alla storia la macchinina, l’aquilone, il ventilatore’, la fionda e tanti altri suoi passatempi legati al campo scientifico: la bontà d’animo era il suo peggior difetto, con il suo modo di fare così spontaneo riusciva a strappare un sorriso anche nelle situazioni più difficili ... ed è proprio adesso che ne avremmo bisogno.
Ciao Leonardo e grazie, resterai per sempre nei nostri cuori. Salutaci Daniele.
La mamma Fionda Nicoletta, il papà Salvatore e la sorella Stefania
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