Nella mattina del 28 maggio 2000, domenica, nostro figlio Stefano in sella alla sua moto, e insieme a due amici, faceva servizio di sicurezza a una manifestazione ciclistica parrocchiale.
Durante lo svolgimento della manifestazione l’amico che lo precedeva in moto si fermava d’improvviso ponendosi di traverso sulla strada e causando l’incidente nel quale Stefano è morto.
Oltre al dolore, che può capire solo chi l’ha provato, il séguito è stato questo:
- sentenza penale dopo circa 2 anni e, nonostante numerose testimonianze a noi favorevoli, non luogo a procedere’;
- noi e gli altri famigliari mai interpellati;
- nella causa civile l’avvocato che ripete aspettiamo’;
- la controparte, amico e compagno di scuola’, più visto.
Tutto ciò per noi è non solo doloroso ma insopportabile, perché significa rivivere ogni giorno la morte di Stefano.
Mario Tognazzo e Silvana Nassi |