Che dire di te? Che, sei sempre al centro dei nostri pensieri, che ci manchi ogni giorno di più e che vorremmo disperatamente poter tornare indietro nel tempo e cambiare il tuo destino. Io e tuo fratello lo sapevamo che eri il migliore: nei tuoi 27 anni di vita sei riuscito a dare ai nostri genitori tutto l’affetto che noi ad oggi non siamo riusciti a dimostrare; i tuoi modi di fare, il tuo carattere taciturno e allo stesso tempo gioviale, la tua riservatezza e la tua sfrontatezza. Il più piccolo di noi, ma in realtà il più maturo e consapevole. Gianfranco, spirito libero, dove sei ora? So che non te ne sei andato veramente che sei sempre accanto a noi e che sei triste e ti senti in colpa per la disperazione che hai involontariamente causato ai nostri genitori che non vorresti vederli così distrutti; non sentirti in colpa, papà e mamma lo sanno che non devono piangere, ma tu sai anche che non si può trovare pace: dal 24 giugno 2001ci hanno tolto l’aria e soprattutto per mamma e papà è come vivere attaccati ad un respiratore artificiale: costretti a tirare avanti per ciò che è rimasto della nostra famiglia. Ricordo quando andavi da mamma a stritolarla nelle tue enormi braccia e la tua incontenibile forza e le dicevi Tommy tutto bene?. E come sapevi prendere papà per il verso giusto e ti affidavi a lui incondizionatamente. Tu bravo ragazzo, eccellente soldato che hai dovuto vivere gli orrori del Kosovo, che adoravi i bambini, amico di tutti, figlio perfetto e fratello affettuoso, non preoccuparti per i nostri genitori, ma non chiedermi di farli smettere di piangere
.è la loro unica consolazione e liberazione. Non è colpa tua, lo sappiamo, ti sei trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato e la tua vita è stata stroncata da un ottantenne che pur avendo effettuato una manovra assurda su una strada statale, non ha mai avuto l’umiltà di chiedere scusa. Arrivederci Gianfranco Roberta Danieli
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