Opuscoli 14° volume: Giuseppe Di Stefano
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Giuseppe Di Stefano 25 anni - Agrigento 24/11/1991 - 22/08/2017 |
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Oggi tocca a me raccontare la mia storia. Io ho per sempre 25 anni e 9 mesi e non sono famoso, non sono un personaggio pubblico, eppure tutti mi guardate e leggete la mia storia. Io sono, anzi ero, o meglio, preferirei continuare ad essere un ragazzo come tanti, dalle mille passioni e molte ambizioni. Se avete già visto la mia faccia è perché’ si trova li ormai al solito posto, circondata da una lastra di marmo bianca e da tanti fiori e per me ci sono anche tante foto che la mia mamma e tutti quelli che mi vogliono bene postano su Facebook, lo stesso social che amaramente darà la notizia della mia morte. Non ho scelto io tutto questo, ma la mia vita terrena ha avuto uno STOP, si è fermata a quel maledetto 22 agosto 2017. Avevo comunicato con estremo entusiasmo a mia mamma che sarei andato prima allo stage di parrucchiere che frequentavo per fare da li a poco gli esami finali e che insieme al già tanto agognato e conquistato lavoro come guardia di sorveglianza al Centro Commerciale, mi faceva sperare in una probabile sicurezza economica che potesse un giorno permettermi di realizzare il sogno della mia VITA che era quello di farmi una famiglia ed avere dei figli miei. Si percepiva in me, inoltre, la passione per lo sport delle arti marziali che anni di duro addestramento e disciplina, mi hanno portato a diventare Allenatore di Ju jitsu e poi…quanto amavo trascorrere il mio tempo libero a comporre e cantare le mie canzoni di Rap. Lo so mamma, tu mostravi spesso un po’ di sano scetticismo che misto alla paura inconscia che potesse succedermi qualcosa, ti portava a preferire che io restassi a casa. Si, ricordo quello che dicevi sempre :Guidate con prudenza, con responsabilità’, soprattutto in quella strada che e’ pericolosa, la ss.640 che da Porto Empedocle conduce al Vill.Mose’ molti la scambiano per Scorrimento Veloce. Cuore di mamma sentivi già tutto. Dai mamma facciamo così!! finito lo stage passo alla Wind per sistemare il telefonino che ho comprato l’altro ieri e poi torno a casa “Ciao pà ciao mà ci vediamo stasera”. Cuore di mamma, avevi già capito tutto, io la sera non tornerò più a casa. In quel tratto di strada, qualcuno che mi ha urtato e poi fuggito, ha messo fine alla mia vita. Uno slancio così cruente, tagliente, inaspettato, ha lasciato il mio corpo sull’asfalto, avete visto dove è finito il mio motore? Ed il mio corpo? Mamma, avevo in testa il mio casco integrale come mi raccomandavi sempre tu, quello stesso casco che dopo avermelo tolto lo hanno adagiato accanto al mio corpo; avevo il mio cellulare responsabilmente conservato nello zainetto che portavo alle spalle; non avevo bevuto mamma, lo sai, mi hanno pure fatto l’alcol test dopo morto; non correvo mamma, la polizia lo ha accertato dal contachilometri. Mi hanno ucciso mamma!!, forse per distrazione, forse per una manovra azzardata o forse per l’elevata velocità, ma ad uccidermi è stata anche l’OMERTA’, perché’ pur essendo le 19.30 circa di un caldo pomeriggio estivo, con tantissime macchine che facevano ritorno dal mare, nessuno ha VISTO, nessuno ha collaborato rispondendo ai vari appelli da parte vostra per risalire all’omicida stradale. Non ti angustiare mamma, perché il mio amore, la mia passione e il mio volervi bene l’ho portato con me. Mamma, papà, vi chiedo scusa se non ho potuto darvi io la notizia dell’incidente. Lo scoprirete più tardi su Facebook tra le frasi fatte, ricette che scorrono, “SS.640 Incidente mortale, perde la vita un giovane centauro di 25 anni, la vittima si chiamava Giuseppe Di Stefano”. Miei cari genitori, siate forti, che il dolore non vi distrugga mai ma trasformatelo in un atto d’amore affinché’ la strada non partorisca più angeli ma, a proposito di angeli… io insieme a tutte le altre Vittime della Strada siamo diventati i vostri angeli. Gli Angeli di chi su questa terra si ricorda di noi, per chi si vuole bene e per chi fa qualcosa per cambiare quello che non va, per chi guida con responsabilità non merita di morire così. A voi ragazzi voglio dirvi questo: Siate sempre prudenti, rispettate le regole della strada, non bevete specie se dovete mettervi alla guida, non distraetevi con il cellulare, indossate sempre il vostro casco omologato e non correte. E poi un’ultima cosa importante “Non siate mai omertosi se vi trovate ad essere testimoni di un qualsiasi incidente, pensate che il vostro racconto può essere decisivo nello stabilire le responsabilità specie in quei casi in cui chi “uccide, scappa”, non siate mai volontariamente loro complici, non dovete avere nessuna remora né paura. Se fate tutto questo e tutti quanti insieme, nessuno più potrà’ uccidervi sulla strada così come hanno fatto con me. Mi avevano seppellito quel giorno, lasciato lì sotto terra, ma io, Giuseppe, sono solo un seme Giuseppe Di Stefano e i genitori: Carmelina Nobile – Alfio Di Stefano |
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Data di creazione: 27/06/2025 • 17:01
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