Opuscoli 7° volume 2006: Daniele Biasco

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Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada onlus

Daniele Biasco 22 anni Matino (LECCE) 14 ottobre 1983 - 25 marzo 2006

Mio caro e dolce Daniele, eri un Angelo sulla terra, strappato via da quella che era la tua più grande passione:” la Moto!”.
Tenerti in grembo è stata una gioia immensa, e farti nascere molto difficoltoso, perché nonostante avessi avuto già due gravidanze, con te è stato come se fosse la prima volta. Avevo un pancione enorme, tutti pensavano infatti che ero in attesa di due gemelli, invece eri solo tu; sei nato che pesavi      4, 960 kg ed eri lungo 56 cm. Nel nido tutti pensavano che tu avessi un anno, invece eri appena venuto al mondo.
Già da piccolo eri un bambino vivace, generoso, intelligente, dolce e sensibile.


Avevi i capelli ricci color oro, ed in ogni momento della giornata, ti divertivi a giocare con i capelli e mi piaceva guardarti mentre li arrotolavi. Non riuscivi a stare fermo, dovevi sempre fare qualcosa. Qualche volta è capitato che mi scappavi di mano: come quella volta con il girello, quando sei riuscito ad aprire la porta d’ingresso e volevi scendere le scale, oppure quando mi sei scappato di mano e sei andato a finire contro una macchina che stava passando. Accanto a te avevi un angelo che ti ha protetto, perché in quelle occasioni ne sei uscito illeso.


La scuola non ti piaceva molto e dicevi che da grande volevi lavorare, infatti tutti ti stimano perché eri un grande lavoratore. Eri un ragazzo solare e quando entravi in casa la riempivi con la tua solarità ed allegria. Eri generoso ed aiutavi tutti, anche economicamente privandotene tu; a volte andavi in giro senza soldi perché avevi aiutato qualche amico, ma a me non chiedevi niente per non dar fastidio.


Amavi gli animali, infatti avevamo due cani: Rinti un pastore tedesco e Rocky un volpino, molte volte quando stavamo a tavola per pranzare, dicevi che non avevi fame perché volevi portare ai cani cose buone da mangiare, in quanto dicevi a tutti che cucinavo “squisito”.
Eri tutto precisino, amavi la natura, non gettavi nemmeno una carta per terra e se c’era un uccellino o un riccio per strada, ti fermavi per non prenderlo sotto con la macchina.


Avevi una passione per la moto e nonostante io ed il tuo papà non eravamo d’accordo l’hai comprata con i tuoi risparmi. Hai fatto tutto da solo e sei stato bravo a non farci capire niente. Un giorno, eri in cameretta con tuo fratello Marco e parlavate sottovoce, quando sono entrata io, avete interrotto il discorso, così vi ho chiesto di cosa stavate parlando, e tu mi hai sorriso cambiando argomento. Avevo capito che l’avevi comprata e tu gioia mia, me lo hai confermato rassicurandomi e promettendomi che saresti andato piano. Sapevo che ci tenevi molto a me e che non mi avresti dato dispiaceri.
Eri la perfezione in persona, proprio un gioiello di figlio che mi è stato strappato quel maledetto 25 Marzo 2006. Quel sabato stavi  tranquillamente a casa quando ti hanno chiamato per uscire; sei venuto da me dicendomi:“MAMMA STO’ USCENDO, TI SERVE NIENTE?”; mentre stavi aprendo la porta per uscire, sei tornato indietro dicendomi: “MAMMA SE TUONA MI STACCHI IL COMPUTER PER FAVORE?” io gli ho risposto di non preoccuparsi che ci avrei pensato io e lui con quella voce dolce mi ha detto:” GRAZIE MAMMA!” Ed io a lui “PREGO AMORE MIO”.


Non immaginavo che queste sarebbero state le ultime parole che avrei sentito dalla tua splendida voce, perché se avessi saputo cosa mi riservava il destino, non ti avrei lasciato uscire da casa, avrei cercato di proteggerti in ogni modo possibile. Dopo che sei andato via ho iniziato ad agitarmi, mi sentivo strana ed ero molto nervosa; forse perché nel mio cuore, l’ istinto materno, sapevo che ti stava accadendo qualcosa di terribile.


Ti hanno lasciato li per terra tanto tempo, sino a quando il tuo papà è dovuto venire per fare il riconoscimento, e lui che non sapeva niente della moto aveva la speranza che il ragazzo dell’incidente non fossi tu, ma quando ti ha visto gli si è spezzato qualcosa dentro. Gli stessi amici che ti avevano chiamato per uscire, non ti conoscevano più. Dopo tre ore dal terribile incidente ho ricevuto la notizia dell’accaduto e in quel momento mi è crollato il mondo addosso e anch’io sono morta con te.
Non c’è cosa peggiore per una mamma vedere il proprio figlio uscire da casa con le sue gambe e vederselo riportare in una bara. Mi mancava il respiro vederti li dentro, ma tu eri bellissimo sembrava che stessi dormendo. Sono stata accanto a te e non ti ho lasciato nemmeno per un istante, ti accarezzavo il viso ma tu eri immobile.


Quanti amici avevi Daniele, sia tuoi coetanei, che persone più adulte e tutti ti volevano bene, per te si udivano solo parole di affetto e di ammirazione; nei loro occhi c’era la disperazione perché avevano perso un grande amico speciale, come solo tu sapevi essere.
Volevo che il tempo rimanesse fermo perché non volevo separarmi da te, invece passava veloce. Quando ti hanno portato al cimitero non volevo andare via, non volevo lasciarti solo, volevo starti vicino ma mi hanno dovuto portare via con la forza.
Figlio mio mi manchi tanto e non riesco a farmene una ragione. A casa tutto mi parla di te, in camera tua non oso toccare nulla, è rimasto tutto come l’hai lasciata tu.


Sapevo che eri un ragazzo maturo con tante qualità, ma non che eri anche un poeta; il tuo diario ha svelato i tuoi segreti e leggere le poesie che hai scritto mi fanno illudere che sei ancora vicino a me. Ho perso la mia spalla forte, ho perso il mio gioiello, ho perso te Daniele; la vita non ha più senso, mi sento morta e mi manca il respiro quando perso a te, perché so che non ci sei più a riempire il vuoto che si è creato intorno a me.


Vorrei gridare, ti chiamo ma tu non mi rispondi. Vorrei tornare indietro, vorrei che tutto tornasse com’era prima. Mi manchi da morire amore mio, come farò senza di te, anzi come faremo io, il tuo papà, tua sorella Sandra e tuo fratello Marco ad andare avanti. Solo tu Daniele puoi darci la forza per superare tutto ciò. Vita mia, cuore mio, eri di una dolcezza unica, solare, giocherellone e sempre a disposizione di tutti.

Ti ho perso in un incidente dalle circostanze misteriose, ma spero di ottenere giustizia per questo fiore spezzato prematuramente.

Ti voglio bene Daniele, con immenso amore dalla Tua Mamma Rocchetta. 


Abbraccio tutte le Mamme che hanno vissuto sulla propria pelle, cosa vuol dire perdere un figlio.


Data di creazione: 20/05/2006 • 01:17
Ultima modifica: 31/12/2008 • 14:13
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